Scritto da Mimmo Lacquaniti
04/10/2013
“Ho tanto rispetto per gli allenatori che nel corso degli anni ho incontrato e ne avrò tanto anche per gli altri che incontrerò per la prima volta, ma come indole non mi spavento facilmente” – “Se solo per un attimo avessi pensato che ci poteva essere una sovrapposizione di ruoli tra me e Marcello di certo non avrei accettato la sua presenza”
Il ciclo dei dialoghi di Marcello Serratore con i colleghi allenatori prosegue con Ivan Oranges, allenatore del Napoli c5: un incontro particolare, si può dire, visto che quest’anno si troveranno a collaborare, con ruoli diversi, per le migliori sorti della formazione campana.
Ivan, anche con te voglio partire da una prima considerazione su questa anomala serie A a dieci squadre: é più aderente alla realtà parlare di una “superleague” o non, piuttosto, di una serie A dimezzata?
Se analizziamo questo campionato comparandolo con quello degli anni precedenti possiamo sicuramente dire che si tratta di uno dei più difficili tornei che si sono disputati e quindi una sorta di “superleague”. Ma facendo una valutazione sulle cause – economiche – che hanno indotto molte realtà a non iscriversi o a preferire una fusione a una prosecuzione difficoltosa e rischiosa dell’attività, dobbiamo parlare di una serie A dimezzata.
Con quali ambizioni si presenta alla partenza il tuo Napoli? E’ d’obbligo parlare di obiettivo salvezza o ci sono in ogni caso le premesse per evitare un campionato di “sofferenza”?
Il Napoli calcio a 5 nasce dalla fusione di due realtà e come ogni nuova creatura avrà bisogno del tempo necessario per crescere e rinforzarsi. Gli obiettivi fissati in fase di programmazione sono di una salvezza quanto più tranquilla possibile e aggiungo che, nel contesto in cui ci siamo ritrovati, già evitare i playout potrebbe significare aver vinto. Magari, i miei ragazzi leggendo queste considerazioni vorranno smentirmi ed io sarei felicissimo se ciò accadesse.
Guardiamo al lotto delle concorrenti: immagini un campionato spaccato in due zone o ritieni invece che nessuna delle squadre candidate allo scudetto possa considerare scontato il confronto con quelle meno quotate?
Non riesco a pensare ad un campionato spaccato in due, anche se è vero che ci sono squadre ottimamente allestite per primeggiare, ma noi faremo in modo da farci valere e di dimostrare che in questo campionato ci vogliamo stare e lavoriamo per vincere ogni partita e di non dare niente per scontato. Se questa nostra voglia animerà anche le altre squadre che non partono favorite per le zone alte della classifica, nessuna delle “big” potrà avere vita facile su nessun campo.
A livello esclusivamente personale come ti approcci a questa serie A? Ti spaventa il confronto con allenatori che hanno già vinto più volte in Italia se non addirittura in Europa, come Colini?
Ho grande rispetto per mister Colini, ma ho tanto rispetto per gli allenatori che nel corso degli anni ho incontrato e ne avrò tanto anche per gli altri che incontrerò per la prima volta, ma come indole non mi spavento facilmente… un mio “caro” amico mi ripete sempre che nella vita una sola volta ha avuto paura e si riferisce a un evento catastrofico e naturale come il terremoto del 1980.
Per chiudere, nel tuo Napoli si realizza la convivenza con un direttore tecnico come Serratore, anche lui allenatore e con un passato in panchina anche convincente: sei assolutamente certo che questo non crei sovrapposizioni di competenze e che tutto funzionerà al meglio nell’interesse della squadra?
Se solo per un attimo avessi pensato che ci poteva essere una sovrapposizione di ruoli tra me e Marcello di certo non avrei accettato la sua presenza. Marcello è stato da me proposto alla società per ricoprire il ruolo di direttore tecnico e, in effetti, si relaziona con me e Claudio De Michele. Ripeto, non sono né infastidito né preoccupato della sua presenza, anche in virtù di un ottimo rapporto tra di noi.