• ESCLUSIVO: ALESSANDRO NUCCORINI INTERROMPE IL LUNGO SILENZIO SEGUITO ALLE VICENDE DEL MONDIALE IN BRASILE: “QUEL TIME OUT CONTRO LOZANO? UN RIFLESSO INCONDIZIONATO, MA DEVO AMMETTERE CHE MI ERA PROFONDAMENTE ANTIPATICO!” – SECONDA PARTE

     

     

     

    IMG-20160404-WA0002

    Scritto da Mimmo Lacquaniti il 12/04/2016

     

    L’ex c.t. della Nazionale azzurra racconta la sua verità: “Ciò che un tecnico deve concedere ad un giocatore è quanto esso merita in quel particolare momento storico. Punto. Niente diritti acquisiti. Altrimenti ciò costituirebbe una penalizzazione nei riguardi di qualcun altro. Io ho sempre ragionato così

     

    Non è semplice riannodare i molteplici fili che per mille ragioni si spezzarono quasi otto anni fa, dopo il Mondiale di calcio a 5 disputato in Brasile: tutto nasce dalla clamorosa “vicenda Corsini” (forse ignota ai più giovani…e dimenticata dagli smemorati…) che spazzò come un ciclone la gestione tecnica (e non solo…) della nostra Nazionale, a partire dal c.t. Alessandro Nuccorini, indicato come l’artefice numero uno di una vera e propria “truffa sportiva”.A quasi otto anni di distanza da quella vicenda – e dopo una lunga gogna mediatica, sportiva e personale – è proprio Nuccorini a spezzare il silenzio che si è autoimposto ed a raccontare per filo e per segno come sono andate le cose.

     

    Quella brutta storia, peraltro, non può in alcun modo oscurare il tuo lungo e splendido percorso sulla panchina della nostra Nazionale: vogliamo riepilogarlo, per sommi capi, magari a beneficio di qualche “smemorato” o forse troppo giovane?

    No, dai, non mettermi in difficoltà. Inutile autoincensarsi, anche perché io sono sempre stato del parere che l’unica cosa a contare effettivamente nello sport sia ……….. quanto accadrà domani. E non quanto già archiviato.

    Un periodo di successi sul campo, pure di qualche inevitabile delusione, di epici battibecchi con tuoi colleghi stranieri cui, forse, e questo puoi rivelarlo solo tu, sono seguiti anche chiarimenti e strette di mano pacificatrici. Ne vogliamo ricordare qualcuno? Quel time out contro la Spagna, proprio a fine gara, che fece infuriare Lozano, puoi parlarne oggi chiaramente, con il dovuto distacco?

    Ahahahahah …… certo! Se vogliamo descriverlo con esattezza, quel time out fu il frutto di un “riflesso incondizionato”. Dopo una partita tirata avanti stancamente, soprattutto da parte loro, nella quale forse appariva più conveniente perdere per approdare ad una semifinale più abbordabile, Lozano chiese un time out ridicolo ed inutile sull’1 a 3, ad un minuto dalla fine. Poi, dopo essere stato accontentato dal tavolo, tornò indietro sulla propria decisione e lo rifiutò. La sirena si impallò, così come il cronometro. Sembrava quasi una presa in giro, in una partita che stavamo vincendo con merito e che era abbondantemente finita. Così mi venne istintivo provocarlo, chiamandolo io. Un tantino innervosito. Questa la spiegazione razionale ….. ma in realtà, se si può dire, ……. fu proprio una gran cazzata!!! Non mi sarei dovuto lasciar trasportare dalla congenita antipatia per Lozano, generando un inutile contraddittorio. Ma debbo riconoscere che Lozano mi era profondamente antipatico. E secondo me non era neanche un tecnico particolarmente brillante. Metteva soltanto a frutto le straordinarie capacità dei numerosi campioni a sua disposizione, senza aggiungere niente. Anzi, a mio parere, limitando di molto la genialità di alcuni. Al contrario di Venancio che invece è un uomo piacevolissimo ed un tecnico di straordinario calibro, un allenatore che ha accresciuto stratosfericamente le capacità tattiche di quella squadra, curando il particolare, i dettagli, le palle inattive, ecc. E credo che, se ce ne fosse stato ancora bisogno, l’Europeo di quest’anno lo abbia confermato ancora una volta. Ecco io, dinanzi a tecnici così, rendo omaggio.Con altri non ricordo particolari litigate. Anzi sì, con il suo assistente, anch’esso odioso. Con gli altri tecnici, invece, sempre profondo rispetto. Che io veda quel parquet come un “campo di battaglia” non ci piove, ma nel tunnel finisce tutto, con immediatezza.

    Da avversario ti sei misurato con tutti i più grandi allenatori del mondo, che ricordi hai di alcuni di loro, quali tributo di apprezzamento riconosci a qualcuno di loro, ancora oggi?

    Beh, riguardo Venancio mi sono appena espresso, ma ribadisco perché è realmente super. Poi apprezzai molto il tecnico spagnolo alla guida della Thailandia proprio nel Mondiale 2008, Pulpis. Vincemmo 1-0 ma loro avrebbero meritato molto di più. In realtà ho nutrito stima e simpatia anche per Miguel Rodrigo, il quale mi è sempre apparso furbo, preparato, intelligente e scaltro. E cito volentieri anche Lissenchuk (Ucraina) e Lopez (Argentina).

    Hai allenato in Nazionale tutti i più grandi giocatori del nostro campionato, e non solo, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi anni del nuovo secolo: sei stato giusto con tutti oppure, oggi, ammetti di aver sbagliato valutazione su alcuni di loro? Che rapporti mantieni con il tuo formidabile gruppo, senti ancora qualcuno di loro?

    Dipende da cosa si intende per essere “giusto”. Se ad esempio giustizia vuol significare quel tipo di riconoscenza che secondo alcuni, ad esempio, Spalletti dovrebbe garantire a Totti, non ci siamo proprio. Secondo me la riconoscenza nel calcio non ha alcun diritto di esistere. Ciò che un tecnico deve concedere ad un giocatore è quanto esso merita in quel particolare momento storico. Punto. Anche solo semplicemente per …. essere giusto con tutti. Niente diritti acquisiti. Altrimenti ciò costituirebbe una penalizzazione nei riguardi di qualcun altro. Io ho sempre ragionato così. Per quanto concerne le valutazioni, ora che è trascorso tanto tempo posso confessare come per lungo tempo il problema vero sia stato rappresentato dalla sostanziale differenza esistente fra il campionato italiano e le manifestazioni internazionali, pertanto non si rivelava affatto certo che le qualità espresse in un determinato ambito sarebbero state riproducibili nell’altro contesto. Ecco perché bisognava lavorare non soffermandosi su quanto appariva in prima battuta ai propri occhi, ma ipotizzando ciò che sarebbe potuto accadere. Naturalmente tale ragionamento sembrava quasi tenere in scarsa considerazione quanto accadeva in “casa nostra”, ma aveva la sua logica. Almeno per me. Per quanto riguarda i singoli, poi, vorrei ricordarti che alcuni li ho fatti esordire già giovanissimi (Grana, Vicentini, Edgar Bertoni, Foglia, Morgado). Ma anche coloro i quali hanno fatto la storia successivamente erano già stati convocati dal sottoscritto in tenera età, ad esempio Mammarella (che però non avrei mai pensato si sarebbe rivelato così meravigliosamente grande), Honorio, Vampeta e lo stesso Lima.

    Non meno memorabili, va detto, restano certe scaramucce, magari non esplicitate fino allo scontro pubblico, con tuoi colleghi che allenavano in campionato, e non é un mistero che qualcuno per anni ha provato in tutti i modi a boicottare il tuo lavoro, magari facendo in modo che tu non potessi convocarne i giocatori, é così?

    Molto più semplicemente le squadre di club e la Nazionale viaggiano su pianeti diversi. E spesso gli interessi sono divergenti, a volte addirittura conflittuali. Bisogna accettarlo e stop, così come bisogna accettare che ognuno cerchi di ricavare il meglio dalla propria posizione. Di certo se ti riferisci ad Agenore (Maurizi), come leggo non troppo difficoltosamente fra le righe, a volte fu veramente un rompiballe (ahahahah), ma in fondo era il gioco delle parti. Ed oggi posso dire di aver con lui se non un rapporto intimo comunque un relazionamento piacevole e sereno. A dimostrare che ognuno dei due era perfettamente conscio di quanto ho appena dichiarato. Di certo, se vuoi una confidenza, mi dispiacque molto non poter utilizzare Antonazzi nell’Europeo in Russia, questo sì. Quello lo avremmo davvero potuto vincere, già prima del 2003 e con moltissimi italiani puri. Perdemmo ai rigori una semifinale con l’Ucraina che strameritavamo di vincere, dopo aver battuto la Russia in casa propria, e la Spagna di quell’anno era davvero sotto tono.

    Domenico Lacquaniti

     

    Fine seconda parte. Segue…

     

    Contenuti riservati. Si diffida di pubblicarli senza preventiva richiesta ed autorizzazione.

Lascia un commento