• FULVIO COLINI: “RIPARTO DA PESCARA PERCHE’ SONO STATI GLI UNICI A VOLERMI CONCRETAMENTE. L’OBIETTIVO PRIORITARIO E’ QUELLO DI RACCOGLIERE FINALMENTE CIO’ PER CUI SI INVESTE…”

    colini

     

     

     

    “Favorite d’obbligo Asti e A&S, l’una perché pur cambiando molto ha mantenuto con i nuovi arrivi un roster di altissimo livello, l’altra perché invece ha cambiato pochissimo e recupererà Borruto” – “Secondo me, un errore grave è stato quello di ridurre ancora il numero di italo, pensando di favorire l’inserimento seppur graduale di italiani PURI, così che saremo tutti costretti a…”

     

    Il ciclo dei dialoghi di Marcello Serratore con i colleghi allenatori prosegue con Fulvio Colini, il più titolato dei colleghi italiani: un allenatore con la A maiuscola, ma soprattutto un tecnico che sa stare al gioco dell’intervistatore, che ama rilanciare, e con il quale non ci si soffermerà mai a parlare di banalità tipo il calendario, a meno che non si vada cercando la risposta più scontata, “prima o poi dovremo affrontarle tutte”.Ma Colini non è uomo da risposte scontate…

     

    Fulvio, partiamo da una carrellata sulla stagione scorsa, quella che ti ha visto vincere l’ennesimo scudetto: prima di tutto mi sembra di poter dire che la tua squadra poteva ritenersi tra le papabili ma non certamente la più accreditata, sei d’accordo?

    Possiamo dire che Asti e A&S godevano sulla carta dei pronostici a favore.. poi a ruota noi potevamo essere considerati terzi incomodi, soprattutto in virtù del fatto che da gennaio abbiamo potuto contare su un quartetto di ottimi giocatori provenienti dalla Marca, ma con abitudini tattiche diametralmente opposte rispetto alle nostre….

     

    La vostra stessa stagione non ha avuto un andamento lineare, non sono mancati gli alti e bassi e gli aggiustamenti in corsa: qual è stato il momento di svolta, quello in cui hai creduto di poter sovvertire i pronostici che non vi davano favoriti?

    Proprio per i motivi di cui sopra, l’aver cambiato il 50% dei giocatori di movimento a metà corsa, non siamo stati quasi mai una SQUADRA compatta durante la stagione regolare…. poi nel finale di regular season c’è stata una crisi tra società, giocatori e staff che di fatto ha cementato un pò il gruppo di lavoro e siamo entrati nettamente più decisi, tatticamente parlando, nei play off e li è nata anche la consapevolezza ….

     

    Ancora una volta, peraltro, il campionato è stato segnato da eventi negativi che ne hanno inficiato la completa regolarità, con abbandoni e ridimensionamenti lungo la strada: potrà mai finire questo andazzo, a tuo parere, e cosa serve perché questo accada e si torni alla normalità?

    La prima cosa che mi viene in mente è … LA VERGOGNA che non accompagna più chi si rende protagonista di tali nefandezze a livello d’immagine propria e collettiva…. il che, unito al metodo nord-coreano di informazione (di mussoliniana memoria…) che rende di fatto  possibile tutto quanto di peggio – tanto qualche notizia la si può leggere al massimo su facebook – completa la frittata..!!! Se poi aggiungiamo il periodo a dir poco complicato in cui versa il Paese allora è inutile aggiungere altro.

     

    Dopo lo scudetto ci si poteva aspettare un tuo ritorno in Europa, sulla panchina della Luparense, per ripercorrere la strada vincente della stagione a Montesilvano: perché l’addio ai veneti e la scelta di Pescara?

    L’addio alla Luparense è avvenuto prima dei play off, quando non si è inteso rinnovare l’accordo biennale in scadenza… c’è stato un tentativo dell’ultim’ora ma non è andato a buon fine, il Pescara è stata semplicemente l’unica squadra che concretamente ha provato a pormi sotto contratto.

     

    In Abruzzo tu erediti una situazione che, senza giri di parole, può dirsi fallimentare, con ingenti risorse impegnate nelle ultime stagioni e risultati davvero deludenti: per quali obiettivi sei stato chiamato dalla dirigenza pescarese? Solo una stagione di vertice o ambizioni a vincere qualcosa?

    Sai, in agosto tutti sono convinti di aver fatto il meglio in funzione dei propri obiettivi, poi il campionato sconfessa qualcuno e premia qualcun’altro .. il Pescara ha sicuramente investito molto e raccolto poco per una serie di motivi e di fatalità, ora credo a maggior ragione che gli obiettivi siano prioritariamente quelli di raccogliere finalmente per ciò che s’investe, quindi di entrare a far parte dell’elite del campionato e competere con le grandi….

     

    E’ completa la tua “rivoluzione” nella rosa o servono ancora cambiamenti, sia in uscita che in entrata? Quali ruoli ti serve coprire, in particolare?

    Per quanto riguarda la rosa bisognerà tener presente che il regolamento permette solo 6 italo, per cui sarà importante la presenza in rosa di qualche italiano in grado di giocare e magari di un giovane italo (ne è permesso uno dal ‘92 in su ) già competitivo, non si potranno avere molte tribune per non compromettere inutilmente i bilanci delle società ed anche perché le partite non saranno molte e si rischierebbe di vedere giocatori pagati un anno che giocano 6 partite … quindi le scelte dovranno essere oculate e volte verso giocatori duttili e polivalenti, tatticamente parlando.

     

    Che campionato sarà il prossimo, in quanti frammenti si dividerà la classifica? C’è una favorita d’obbligo? Magari proprio l’Acqua e sapone che insegue lo scudetto sfiorato nell’ultima stagione?

    Favorite d’obbligo Asti e A&S, l’una perché pur cambiando molto ha mantenuto con i nuovi arrivi un roster di altissimo livello, l’altra perché invece ha cambiato pochissimo e recupererà Borruto. Alle spalle la Luparense, che non si smentisce mai, e poi mi piacerebbe moltissimo che a correre dietro a queste ci sia il mio Pescara…..

     

    Per chiudere, lasciando da parte risultati e classifiche, ti chiedo di illustrarmi con la consueta schiettezza la tua analisi dell’attuale momento della disciplina: alludo alla composizione dei campionati, sotto numero ancora una volta, al parco allenatori e giocatori….

    Bene, io credo che per tantissimi motivi, alcuni dei quali illustrati prima, la Divisione ha dovuto sudare le fatidiche 7 camicie per organizzare tutto al meglio ma credo che se la sia cavata egregiamente… certo non si è potuta evitare una parziale fuga di talenti e di fatto un impoverimento tecnico del nostro campionato che, ricordo ancora a tutti, è quello dei campioni d’Europa….. quindi peccato. Secondo me, un errore grave è stato quello di ridurre ancora il numero di italo, pensando di favorire l’inserimento seppur graduale di italiani PURI, così che saremo tutti costretti a favorire invece una nuova invasione di italiani tarocchi, sotto forma di ragazzini per lo più brasiliani trascinati da noi a firmare tesseramenti RIGOROSAMENTE prima del compimento del 18 anno d’età …. e in tutto questo chi ci rimetterà sarà lo spettacolo, con i tecnici a dover fare i conti con liste di 12 ma con soli 7, al massimo 8 giocatori abili….. meno ritmo, meno intensità, meno qualità di gioco e sicuramente utilizzo stucchevole e cacciaspettatori del 5 uomo di movimento … pazienza !!!

     

    Mimmo Lacquaniti

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