Oggi parliamo con

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Rubrica a cura di Mimmo Lacquaniti

 

MASSIMILIANO BELLARTE: “L’ALLENATORE E’ UNA PERSONA SOLA E LA SOGLIA DI TOLLERANZA, A VOLTE, DIVENTA BASSISSIMA, QUANDO LO STRESS EMOZIONALE DIVIENE ELEVATISSIMO”

 

 

bellarte

“Quando ho iniziato ad allenare 10 anni fa, in C, forse Marcello faceva qualcosa a cui io puntavo. Quindi, adesso, averlo come amico, interlocutore, e averlo avuto come uditore in Sicilia, è qualcosa che mi inorgoglisce” – “Mi piace sentirmi definire Checco Zalone del Futsal, sono fiero della mia baresità”

 

Con l’intervista a Massimiliano Bellarte, allenatore dell’Acquaesapone, una delle formazioni che parte con i favori del pronostico nella corsa allo scudetto, si apre un ciclo di dialogo-intervista tra Marcello Serratore ed i suoi colleghi allenatori, sempre all’insegna di amicizia e volontà di confronto.

 

1) Massimiliano, qual é la definizione che ti hanno appiccicato in queste stagioni di alto livello e che ti ha dato più fastidio? Ti hanno definito in molti modi, ma qualcuno lo giudichi inappropriato?

Una definizione non è mai fuori luogo, anche la più inappropriata (come giudizio individuale), poiché dipende sempre dall’immagine che si mostra. In tal senso, visto che una definizione dipende da chi mi guarda, cerco di prenderla come uno stimolo al miglioramento, sempre. Filosofo forse è quella che mi piace di più, ma Checco Zalone del Futsal è quella che mi inorgoglisce di più, fiero della mia baresità.

 

2)  Il mestiere di allenatore é un pò come quello del portiere, si gioca da soli, ci si espone: dove poni, personalmente, la tua soglia di accettazione di tolleranza di critiche o anche di complimenti?

L’allenatore è una persona sola. La soglia di tolleranza, alle volte, diventa bassissima, quando lo stress emozionale diviene elevatissimo. L’intelligenza emozionale è messa a dura prova, e credo che l’allenatore dovrebbe allenarla, forse più che i giocatori.

 

3)  Cosa c’é di accettabile o, al contrario, di ingiustificato nella considerazione per cui se una squadra va male é più agevole cambiare allenatore piuttosto che modificare decisamente la rosa dei giocatori?

Di accettabile c’è il fatto che è molto più facile cambiarne uno che un numero più elevato e soprattutto, qualora i giocatori vengano scelti dall’allenatore, che quest’ultimo dovrebbe naturalmente garantire per i propri giocatori, in quanto lui dovrebbe renderli forti abbastanza per competere. Di contro c’è un’estrema facilità nell’optare per le cose semplici, senza cercare di scoprire, magari, qual è la causa radice di un male.

 

4)  La nuova stagione é alle porte ed é decisamente insolita, con sole dieci squadre al via, per i motivi che sappiamo: a mio parere é ipocrita parlare di una sorta di “superleague”, di campionato dei migliori, non sarebbe più realistico accettare le ragioni del ridimensionamento?

Credo che la Superleague sia tale perché ci sono le squadre più “forti”, sopravvissute al periodo nero che attanaglia un pò tutto il mondo, o quasi. Quindi dare enfasi a questo e più visibilità a queste squadre credo sia stata una mossa giustissima! Adesso, però, secondo me, un rimedio sarebbe, paradossalmente, cercare di aumentare il numero delle squadre nella prima divisione nazionale, portando magari il gruppo delle squadre a 16, avendo nel girone un gruppo che lotta per la vittoria e un gruppo che lotta per la salvezza, come in tutti gli sport. Le squadre con budget minori, forse, sarebbero più “animate” sapendo di potersi giocare la prima divisione con un gruppo di pretendenti.

 

5)  Comunque sia, é una stagione che vedrà la tua squadra partire tra le favorite per lo scudetto, sei di questo avviso?

La stagione ci vedrà partire con la possibilità e la voglia di giocarci lo scudetto. Per vincere servono tante cose e non solo i nomi dei giocatori. Tutto dipende da tanti fattori e non solo dalle analisi. Alla fine di ogni stagione, poi, si arriva sempre alla conclusione che un’analisi e una ragionamento possono essere sbagliati, un’emozione no.

 

6) Per chiudere, torniamo al vostro mestiere di allenatori e parliamo di questo fiorire inarrestabile di meeting estivi: é davvero tutto oro quel che riluce?

Io credo che la voglia di futsal debba essere sempre crescente. I meeting estivi devono rappresentare delle alternative, varie, in modo tale che coloro che vogliono ascoltare di futsal possano scegliere a quale argomento interessarsi. L’oro, sta a chi decide di ascoltare, trovarlo.

 

7) Una tua considerazione, infine, sul “padrone di casa”, Marcello Serratore: vi siete rivisti in occasione del meeting di giugno in Sicilia, quale interscambio avete realizzato in quell’occasione?

Faccio una rima: io ero un pischello, quando seguivo Marcello! Nel senso che quando ho iniziato ad allenare 10 anni fa, in C, forse Marcello faceva qualcosa a cui io puntavo. Quindi, adesso, averlo come amico, interlocutore, e averlo avuto come uditore in Sicilia, è qualcosa che mi inorgoglisce.

 

 

 

 

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